Percorso BUTI – Fortezza della VERRUCA

di Carlo Turchetto

Bikerbutiverru

L’itinerario si svolge quasi interamente su strade forestali sterrate, ad esclusione di due brevi tratti asfaltati. Non presenta terreni particolarmente tecnici ed è adatto a tutti. I fitti boschi dei Monti Pisani, inoltre, consentono di pedalare al fresco anche nelle giornate più calde.

Luogo di partenza: Buti (Pisa)115 metri slm Lunghezza: km 24.71 Dislivello: 833 metri Quota massima raggiunta: 644 metri slm Tempo di percorrenza: 2h30 Grado di difficoltà: medio Cartografia: Edizioni Multigraphic, 1:25.000, Monti Pisani – Colline Livornesi Info: Apt Pisa, piazza della Stazione 13, tel. 05 042 291, piazza del Duomo 1, 56126 Pisa, tel 050 560 464. Negozio Parkpre (officina specializzata, accessori e abbigliamento), via Nazzario Sauro 35, Cascina, tel 050 711 336. Ecorent (noleggio mtb), via Tosco Romagnola 1321, 56023 San Casciano (PI), tel 050 777 461, tel 3488 716 221. Agriturismo Serra di Sotto, tel 0587 723 311.

Il percorso Lasciata l’auto nel vasto parcheggio che sorge all’ingresso di Buti, provenendo da Cascine di Buti, ci portiamo al punto di partenza dell’itinerario che avviene proprio davanti al palazzo comunale del paese. Da qui imbocchiamo a sinistra una stradina a fondo selciato, chiusa al traffico automobilistico, che, attraversata poco dopo la piazza Divisione Acqui, continua in salita. Lasciati a sinistra la chiesa e il parcheggio, proseguiamo dritto su di una rampa (cabina corrente elettrica a destra), sbucando in via Giosuè Carducci, che attraversiamo continuando poi contromano, sempre in ripida salita, sulla stretta via Sopra la Pieve. Questa sbuca in breve su di una strada asfaltata più importante che seguiamo a destra in lieve discesa per qualche metro, per poi abbandonarla e imboccare a sinistra una secondaria, sempre asfaltata, contraddistinta dal segnavia bianco/rosso 26. Questa parte in salita poi spiana e quindi riprende a salire, mentre il fondo diviene poco dopo sterrato. A una prima biforcazione, al km 0.48, teniamo il ramo di sinistra, sempre sterrato, poi lasciamo a sinistra una prima secondaria e anche una seconda, che salirebbe con una micidiale rampa. La nostra invece procede immersa negli uliveti in leggerissima salita, in costa. L’ascesa diviene poi più decisa, mentre dobbiamo fare attenzione a scartare tutte le secondarie che salirebbero a sinistra o scenderebbero a destra. Dal km 1.32 la pendenza però si inverte e scendiamo dolcemente, lasciando dopo 200 metri, a sinistra, una cementata che salirebbe. Quando la discesa diviene più decisa il fondo diventa asfaltato, ma poi ritorna sterrato e quindi ancora asfaltato, per sbucare infine su di una sterrata più importante che imbocchiamo a sinistra, continuando in falsopiano.

Al km 2.68 Al km 2.68 dobbiamo però fare attenzione ad abbandonare la principale per imboccare un tratturo che si stacca sulla sinistra, iniziando a salire assai ripidamente, con un fondo in terra battuta dissestato. Superiamo così due tornanti e poi anche un terzo, sinistrorso, nel punto in cui scartiamo una secondaria che proseguirebbe dritto verso un uliveto. Da qui il fondo diviene ancora più dissestato, al limite del trialistico. Compiamo poi altri due tornanti e all’altezza del secondo, sinistrorso, in uno spiazzo lasciamo a destra una baracca per la raccolta delle olive (km 3.24). Da qui il fondo migliora alquanto, e poco dopo troviamo ancora una biforcazione dove scartiamo il secondario ramo di sinistra, compiendo una netta curva a destra, e continuando coperti completamente dal bosco di pini marittimi. Compiuto quindi un ennesimo tornante sinistrorso, scartando una secondaria a destra, arriviamo in breve a un quadrivio (km 3.54) dove lasciamo la principale, scegliendo il ramo di sinistra che si dirige a vista verso una cascina abbandonata. Raggiunta la cascina, le giriamo intorno, passando sotto al pergolato, e proseguiamo sull’unica stradina che, tenuta la destra a una biforcazione, si ricongiunge in breve sulla sterrata principale che seguiamo a sinistra, sempre in salita. Questa, poco più avanti, sbuca su una sterrata più importante, che imbocchiamo compiendo un tornante destrorso e lasciando a sinistra la strada consorziale Solaio – Cima alla Serra che scenderebbe a Buti (km 3.70). Dopo un altro breve tratto dobbiamo prestare ancora attenzione a lasciare la principale, per seguire una secondaria a fondo terroso che si stacca sulla destra e che procede all’inizio in falsopiano (segnavia bianco/rossi all’imbocco e più avanti). Sempre al riparo dei pini marittimi, fiancheggiato un cartello che indica I Pinoni, riprendiamo a salire con decisione, superando poco dopo un tornante sinistrorso. Anche se la pendenza non è micidiale, il fondo torna a essere poco pedalabile e, scartato sulla destra un tratturo, dopo un breve tratto in falsopiano, in un punto in cui la vegetazione si dirada, intravediamo sotto di noi, sulla sinistra, Buti. Dopo un tratto in falsopiano, trovata davanti a noi una scelta tra tre strade (km 5.34), optiamo per quella di destra che riprende a salire con decisione, superando in seguito un tornante, per arrivare infine in località I Pinoni, un vasto piazzale sotto ad altissimi pini marittimi (km 5.92).

Tre possibilità Anche qui, trovandoci dinanzi ancora tre possibilità, scegliamo il ramo di sinistra, continuando, sempre in salita, su di un buon fondo di terra battuta, ricoperto da aghi di pino (segnavia bianco/rosso 05). La pendenza poi diminuisce fino a un rudere di una vecchia cascina, che fiancheggiamo a sinistra, quindi presenta una rampa a fondo sconnesso, per tornare ancora modesta e raggiungere un culmine, nel punto in cui lasciamo a destra una sterrata secondaria (km 6.78, segnavia 4) più avanti nella nostra direzione. Dopo una breve discesa, quando riprendiamo a salire con decisione, la vegetazione muta da sempreverdi a caducifoglie, ma poi la pendenza si fa dolce, mentre torniamo a pedalare al riparo dei pini marittimi. Una lieve discesa precede una decisa risalita che termina al km 8.40, nel punto più elevato toccato dal percorso a 644 m slm, quando sbuchiamo su di una sterrata più importante che seguiamo a sinistra, iniziando a scendere. Al km 9.09, prima che si apra sulla sinistra un vastissimo piazzale allo scoperto, dobbiamo fare attenzione ad abbandonare questa strada per compiere una breve deviazione. Imbocchiamo infatti una secondaria che si stacca sulla sinistra, scendendo in breve fino al piazzale antistante l’agriturismo Serra di Sotto, dove vi sono buone possibilità di ristoro. Sulla sinistra sorge un prato cosparso di grandi pietre, riconosciuto come sito archeologico. Ritornati sui nostri passi, ci rimmettiamo a sinistra sulla sterrata principale, proseguendo in leggera discesa e fiancheggiando subito, sempre a sinistra, il vasto piazzale adibito a parcheggio. Poi rientriamo nella vegetazione, composta ora in prevalenza da castagni, e, raggiunta la strada asfaltata che sale da Buti al Monte Serra, la imbocchiamo a destra, iniziando a salire con pendenza non particolarmente dura. Tornati a pedalare sotto i pini marittimi, raggiunto al km 11.40 un importante incrocio in località Passo di Prato Ceragiola, lasciamo a destra la strada per la cima del Monte Serra e dritta quella che scenderebbe a Calci, per girare invece a sinistra, imboccando una secondaria asfaltata con indicazioni per Sacrario Monte Serra, che poco dopo si sterra.

Procediamo in parte allo scoperto Procediamo in parte allo scoperto e in leggera salita, su di una larga carreggiata, lasciando poco dopo sulla destra la lastricata che porta a un santuario; poi iniziamo a scendere dolcemente incontrando un tratto sassoso. Tornati quindi su compatta terra battuta, immersi in un fitto bosco di querce che ci copre completamente, lasciate a destra una secondaria e una vasca di raccolta acqua per gli incendi, iniziamo a salire con modesta pendenza. Scartata poi, sempre a destra, un’altra secondaria, riprendiamo a scendere e, quando la strada si biforca (km 13.37), teniamo il ramo principale di sinistra, che torna a salire un po’ bruscamente. Successivamente la strada spiana fino a raggiungere il Sasso della Dolorosa, una grossa roccia che lasciamo sulla sinistra, da dove si gode un vasto paesaggio e sulla quale sorge una rudimentale croce in legno (km 13.88). Continuando da qui in leggera discesa, superiamo poco oltre il Passo di Prato Arreto, e dopo un tratto in leggero saliscendi usciamo allo scoperto e iniziamo a scendere con maggiore decisione. Nei pressi di una netta curva a destra il paesaggio si estende ampio su Pontedera, San Giovanni, Cascina e sulla Rocca della Verruca, che dobbiamo raggiungere. Nel punto più ripido il fondo si fa per un tratto cementato, ma poi torna sterrato e, dopo aver lasciato a sinistra un’altra pozza d’acqua, riprendiamo a salire per sbucare al km 16 su di una sterrata più importante. Da qui compiamo una seconda breve deviazione per portarci ai piedi della Rocca della Verruca. Proseguiamo dritto sulla destra in leggera salita, fiancheggiando poco dopo sulla sinistra i ruderi dell’Abbazia di San Michele, e, attraversato un vasto piazzale, continuiamo su un tratturo che presenta alcune rampe con un fondo roccioso, fino a raggiungere una biforcazione (km 16.56).

La Fortezza della Verruca La strada di destra scenderebbe a Caprona, mentre col sentierino che si stacca dritto si possono raggiungere, ma solamente a piedi, i vicini ruderi della Fortezza della Verruca. Qui termina anche la deviazione e ci riportiamo, con percorso a ritroso, al bivio (km 17.12), dove continuiamo dritto allo scoperto in piano, lasciando a sinistra la strada da cui siamo arrivati e a destra un’altra secondaria. Dopo circa 400 metri l’andamento diviene blandamente discesivo e corriamo allo scoperto in costa, appena sotto al crinale, con uno sconfinato panorama sulla nostra destra. Facendo attenzione alle profonde canalette di scolo dell’acqua, arriviamo a una biforcazione, in località Casa Le Mandrie di Sopra (km 18.16), dove dobbiamo lasciare la principale per seguire a sinistra una forestale, denominata La Tagliata, vietata al transito delle auto, che sale dolcemente, mantenendosi sempre in costa (segnavia bianco/rosso su di un sasso). Dopo una cascina abbandonata, la salita diviene più impegnativa e la vista si apre a destra su Vicopisano, distinguibile per i tetti rossi e per la sua rocca. Superata quindi la località Rio Fonte Lupeta, la pendenza cala e al km 10.21 siamo già in lieve discesa. Facendo attenzione al fondo coperto di sterpaglie e ai rami secchi che potrebbero facilmente infilarsi tra i raggi, al km 20.67 sbuchiamo su di una sterrata più importante in località Col Cincia (cartello sbiadito), dove sorge un ritrovo per la caccia al cinghiale. La imbocchiamo a sinistra e iniziamo a scendere allo scoperto fra pini marittimi (segnavia 26). Sbucati quindi su di una sterrata ancora più importante, la seguiamo a destra (segnavia 05) in leggera discesa sotto al bosco, su di un fondo n terra battuta, che migliora a mano a mano che avanziamo.

Sulla Collina degli Olivi Riusciti allo scoperto, il fondo torna a essere più dissestato e nei pressi di un tornante sinistrorso la vista può spaziare sulla Collina degli Olivi, Cascine di Buti e Bientina. La strada poi si allarga, quindi il fondo diviene cementato e sbuca infine su di una strada asfaltata che imbocchiamo a sinistra, riprendendo bruscamente a salire. Si tratta solo di una rampa che ci porta in centro a Castel di Nocco (km 23.92), da dove continuiamo in discesa, lasciando poco dopo sulla destra una bella fontana e arrivando in breve in vista delle prime case di Buti. Sbucati su di una strada più importante, la seguiamo a sinistra per pochi metri per imboccare poi, quasi subito, sulla destra, la via XX Settembre che procede in netta salita. Quando la strada si biforca scartiamo il ramo di destra e continuiamo dritto contromano, arrivando in breve davanti al palazzo comunale da dove siamo partiti. Un particolare ringraziamento a Dario Romeo, guida dell’Accademia Nazionale di Mountain Bike, che ci ha accompagnato nel percorso insieme a Nicola Semboloni, Massimo Mirabile, Adriano Trombi, Guglielmo Sarti, Daniele Papini.