Una delle “classiche” uscite sui monti Pisani, molto istruttiva su quello che era una volta il rapporto dell’uomo con il monte (Mirteto) e dell’utilizzo delle risorse del monte per la vita comune dell’uomo in pianura (risorse idriche della valle delle fonti).
Innanzi tutto arrivati ad Asciano saliamo con il nostro mezzo fino alla chiesa, quindi svoltiamo sulla destra e prendiamo via Barachini, dopo poche decine di metri, sulla destra vi è la possibilità di sosta nel piccolo parcheggio (piazza delle lavandaie), anche perchè più avanti la sosta diventa difficoltosa senza arrecare disturbo agli abitanti del luogo, di qui proseguiamo quindi per via martiri della libertazione, sempre strada asfaltata, che di li a poco assumerà una pendenza elevata, per arrivare ad una sbarra ostacolante il passaggio ai mezzi meccanici e da dove lasciamo l’asfalto, in caso di dubbi, possiamo eventualmente chiedere del “Cisternone”, che comunque da qui dista poche centinaia di metri, edificio che bisogna comunque reverenziare per salire a Mirteto.
Il “Cisternone” è l’elemento di maggiori dimensioni e rilievo architettonico della valle delle fonti, costituito in facciata da un timpano triangolare e lesene laterali. Questo aveva la funzione di stoccaggio delle acque da utilizzare in caso di intorbidamento per eventi meteorici di notevole intensità. Da qui, una galleria sotterranea adduceva l’acqua fino al bottino di San Rocco, in pianura, proseguendo su arcate a tutto sesto andando a rifornire Pisa.
Per Arrivare a Mirteto non ci sono molte difficoltà, anzi il sentiero 119 è tutto sommato breve e soprattutto all’inizio passa nella parte bassa della cosiddetta “Valle delle Fonti” dove possiamo vedere l’antico sistema di raccolta delle acque che una volta alimentavano l’Acquedotto Mediceo.
Oltrepassati vari “Bottini di raccolta idrica” troviamo, sulla sinistra, un ponticello laddove possiamo scegliere tra due percorsi possibili, per quanto ci riguarda, tra i due sentieri che possiamo scegliere per arrivare a Mirteto, noi scegliamo il 121 e quindi attraversiamo il ponticello a sinistra, l’altro percorso continuerebbe sulla parte destra del ruscello salendo per un percorso più sconnesso e a volte scivoloso arrivando dapprima alla scarpa d’Orlando e quindi proseguendo sulla destra arriveremo alla casa della guardia.
D’ora in poi seguiamo i segni di sentiero C.A.I. (due pennellate di colore bianco e rosso) e iniziamo a salire, il terreno si presenta non regolare con sassi, radici e con una certa pendenza, è comunque un sentiero molto battuto e quindi facilmente seguibile, normalmente percorso anche da bambini, dopo una mezz’ora iniziamo a vedere il fondo del sentiero lastricato con anche degli scalini in pietra e facendo attenzione, soprattutto nel periodo di fioritura, gli alberi da frutto relitti delle colture dei passati abitanti, di li a poco saremo nella “piazza” principale, siamo arrivati a mirteto o di quel che ne rimane…
L’area protetta presenta un notevole interesse sotto il profilo storico. Il monastero di S. Maria di Mirteto risalente all’anno 1000 e successivamente sviluppatosi in un insediamento più ampio, abitato fino agli anni 50, pur trovandosi attualmente in uno stato di forte degrado, rimane ancora oggi meta di un continuo escursionismo interessato e di passaggio. L’antropizzazione del monte si sviluppò successivamente, e a partire dal 1600 sono rilevanti gli aspetti produttivi determinati dalla coltivazione del castagno da frutto che ha modellato i versanti della vallata con la costruzione dei caratteristici “muri a lunetta””e la creazione di terrapieni ancora oggi presenti. Con l’abbadono dell’area in epoca post bellica, al castagno si sostituisce una vegetazione di successione secondaria (latifoglie) che soffoca quasi completamente gli esemplari rimasti. Solo nel vallone culminale, il castagneto presenta ancora il carattere di monospecificità.
Sempre intorno al 1600 cospicui interventi di sfruttamento della risorse idriche vennero realizzati all’interno del programma di approvvigionamento idrico della città di Pisa sotto la guida di Ferdinando I e Cosimo De’ Medici, le opere di regimazione del torrente risultano di notevole interesse dal punto di vista idraulico con le numerose serre e i bottinelli “di troppo pieno” con funzione di riduzione della pressione nella tubazione.
Difficolta: facile
Tempo medio andata e ritorno: 1 e 1/2 – 3 ore circa