Salendo per raggiungere il Cisternone ed entrare nella Valle delle fonti passeremo davanti a un’edificio ristrutturato alcuni anni or sono: la casa del cloratore.
La foresteria è così chiamata perché ospitava il custode dell’impianto di clorazione dell’acquedotto di Asciano.
Dal punto di vista architettonico il fabbricato è perfettamente corrispondente alla tipologia colonica pisana; a pianta rettangolare, si eleva su due livelli; entrambi divisi in quattro ambienti. I solai lignei sono strutturati secondo la consueta orditura di travi e travetti su cui sono posizionate le mezzane. La copertura è a due falde con manto di coppi ed embrici. Il prospetto principale e i due laterali sono intonacati, le finestre quadrangolari presentano infissi tradizionali con vetro tripartito, mentre gli infissi delle due porte d’ingresso sono metallici. Il prospetto posteriore è con pietra a vista e le aperture disposte apparentemente in maniera casuale sono probabilmente il risultato di successive sovrapposizioni: da notare un’apertura ad arco che è stata successivamente tamponata. L’impianto di clorazione è ospitato nell’annesso adiacente al metato (locale adibito all’essiccazione delle castagne). Al momento dell’intervento, lo stato di manutenzione generale era piuttosto precario. Il restauro ha permesso di rendere completamente fruibile l’immobile, che è stato trasformato in un struttura turistico ricettiva, funzionale alla valorizzazione delle aree naturalistiche protette del Monte Pisano (A.N.P.I.L.) Sono stati oggetto d’intervento anche i manufatti posti nelle vicinanze della casa colonica: il metato, l’edificio dell’impianto di clorazione, un forno e il suo annesso. I manufatti avevano una copertura a due falde con manto di coppi ed embrici e le strutture verticali costituite da pietre a vista. Le aperture sono disposte in modo da consentire una corretta illuminazione e aereazione.