Lungo tutto il percorso che faremo il paesaggio è un’alternanza di pianure, colline e rilievi montuosi. Tutta la zona è ricca di sorgenti e di grotte scavate nel calcare. I monti sono da sempre stati apprezzati per i loro uliveti, i frutti della natura ed il loro mite clima, infatti potremmo scoprire vari ritrovamenti archeologici che testimoniano insediamenti romani ed etruschi per non parlare dei borghi di origine medievale.
Attraversando i paesi Calci, Capannori, San Giuliano Terme, Vicopisano, Buti, possiamo incontrare ville signorili che ricchi Pisani e Lucchesi fecero costruire come residenze estive, per i borghi invece ci possiamo trovare davanti a pievi romaniche e chiese.
I frantoi, antichi o moderni che siano, caratterizzano anch’essi il paesaggio, come pure le aziende agrituristiche che offrono al turista grande ospitalità. Il clima mite e spesso soleggiato è perfetto per le escursioni di vario genere: passeggiare a cavallo, pedalare in mountain bike lungo le piste ciclabili o con la bici da corsa scalare le salite, oppure fare un salutare ed entusiasmante percorso di trekking.
I paesi, collegati naturalmente da strade moderne per lo più pedemontane, sono uniti fra loro anche da un’antica rete viaria medievale formata da mulattiere, vie carraie e sentieri che da secoli permettono di, appunto, collegare tutto il territorio.
Ma adesso iniziamo il percorso partendo esattamente dal comune di Calci situato in ValGraziosa, questo è il nome che ha preso dal 1366 (prima era Valle Buia) e cioè da quando fù costruita l’imponente Certosa.
Fino agli anni ’70 (del XX secolo) era abitata dai frati certosini ma adesso è sede del museo storico-artistico e del museo di storia naturale e del territorio.
Al centro del paese troviamo la pieve romanico-pisana, mentre tutt’intorno, lungo le pendici del monte, è un susseguirsi di antiche ville, resti di mulini (ormai perfettamente intatto e visitabile, rimane un solo mulino: il Gangalandi), monasteri e chiese.
Costeggiamo ora il torrente Zambra, che ci porta fino al monte Serra lungo una strada panoramica, da qui essendo il monte più alto del complesso montuoso, possiamo ammirare il mare e nelle belle giornate, le isole dell’arcipelago toscano.
Proseguendo verso S. Giuliano T. giungiamo al borgo di Agnano, dove troviamo una tra le più antiche ville della Toscana, la villa Medicea che fù di Lorenzo il Magnifico. Giunti ad Asciano possiamo vedere l’acquedotto mediceo che percorre tutta la pianura, fino a Pisa.
Siamo così arrivati a San Giuliano Terme che con gli Asburgo Lorena, nel ‘700, ha conosciuto il massimo splendore, e che comunque ancora oggi vede l’uso delle sue salutari e rinomate terme in continuo aumento.
Continuando poi lungomonte, dopo essere passati da Rigoli, Molina di Quosa, e Pugnano, ci troviamo a Ripafratta che Segna tutt’ora il confine tra i territori di Pisa e Lucca.
Proprio per questo fù costruita la Rocca, visibile sopra il paese, che funzionava come sistema difensivo a questo importante punto di controllo delle vie di comunicazione.
Nelle vicinanze anche Vecchiano ebbe una certa importanza difensiva e di presidio, essendo anch’esso dotato di un Castello sovrastante il paese, divenuto poi un monastero e oggi chiesa, anche questa, zona di oliveti.
Nel tratto di monte tra Ripafratta ed Agnano possiamo ammirare le pievi romaniche di San Giovanni, Santa Maria a Pugnano e San Marco a Rigoli oltre a diverse ville risalenti al XVIII – XIX secolo.
Se invece da San Giuliano prendiamo la strada panoramica arriviamo al “foro” che ci porta in territorio lucchese. Il foro, costruito nel 1927 assieme alla strada, segue l’antico tracciato che, con il passo di Dante, era il valico più basso del monte pisano.
Caratterizzato da meravigliose colline che permettono di produrre ottimi vini e soprattutto olio di oliva, Capannori si estende dai monti pisani, posizionati a sud del comune, fino all’altopiano delle Pizzorne a nord, ed è formato da vari borghi e paesi altomedievali.
Sparse sul suo territorio possiamo trovare molte torri campanarie e di avvistamento soprattutto nella parte a sud, quella di Pieve di Compito, Colle di Compito, Castelvecchio di Compito, S. Andrea di Compito, Ruota, S. Ginese, Quamo e Vorno.
Invece nella parte a nord e cioè quella di Segromigno in monte, S. Gennaro, Gragnano, S. Andrea in Caprile, Petrognano, Matraia, Camigliano e Tofori troviamo varie ville monumentali.
Proprio a S. Andrea di Compito ogni anno (ultimi tre fine settimana di marzo) si svolge la manifestazione famosa in tutta Italia, “Antiche Camelie della Lucchesia” dato che qui da secoli proprio la camelia cresce rigogliosa.
In questa zona la coltivazione di olio e vino è nota già dal XI secolo, e nel ‘400 questi prodotti erano famosi in tutta Europa e graditi anche da Papi e Granduchi. A Quamo possiamo ammirare l’acquedotto del Nottolini che portava l’acqua a Lucca.
Dal compitese prendiamo la pedemontana sulle pendici orientali del monte ed arriviamo a Buti che, di origini antichissime, più volte è stato distrutto e ricostruito.
Il paese è sovrastato dal Castel Tonini che, assieme ad abitazioni e palazzi del XVI e XVII secolo, Pievi e chiese, mantiene le caratteristiche del borgo medievale. Anche qui si produce un ottimo olio di oliva e si lavora il castagno sia come artigianato (canestri e cesti) sia come prodotto alimentare.
Lasciamo Buti e proseguiamo per la via che attraversa Castel di Nocco, arriviamo cosi nel comune di Vicopisano, antico borgo con ancora edifici medievali. Entriamo nel borgo dall’unica porta medievale rimasta, la torre delle quattro porte; possiamo poi ammirare la rocca progettata dal Brunelleschi, il palazzo pretorio, il palazzo comunale e le torri delle domus medievali ancora intatte.
Fuori delle mura troviamo la pieve di S. Maria (XII sec.) e a qualche chilometro dal centro le pievi di S. Jacopo e di S. Andrea. Da Vicopisano, attraverso i boschi c’è una strada che ci porta alla rocca della Verruca, e proprio lungo questa strada troviamo i ruderi dell’abbazia di S. Michele Arcangelo e il complesso monastico del romitorio.
La rocca della Verruca, che domina la pianura pisana fino al mare, aveva una importanza strategica e fu riedificata su progetto di Leonardo da Vinci dopo la conquista fiorentina.
Varie sono poi le frazioni con le loro peculiarità, l’oratorio del Castellare di S. Giovanni alla Vena, lo stabilimento termale di Uliveto Terme, la pieve di S. Giulia a Caprona.
E da Caprona, con la sua torre, ci immettiamo nella vallata di Crespignano dove sono situate alcune frazioni di Calci, come Montemagno, Castel Maggiore ed il monastero di Nicosia (XIII sec.) che è a ridosso del costone verrucano, costituito dalla durissima pietra con cui sono state realizzate le macine di tutti i frantoi della zona.
Ed ancora oggi come un tempo i Monti pisani sono apprezzati per i loro insigni monumenti, le vicende storiche e la cultura di cui sono impregnati e per le molteplici possibilità di vivere la natura che essi offrono, alternandosi tra una salutare escursione, una sosta seduti ad una tavola imbandita con le tipiche e genuine pietanze locali, o una semplice e rilassante passeggiata.