I Monti Pisani (adesso comunemente cosi chiamati ma il nome corretto sarebbe “Monte Pisano”) sono situati fra Lucca e Pisa, il territorio da loro occupato è di forma vagamente ovale allungata, e si estende da N/O a S/E, per una lunghezza complessiva di 20 km ed una larghezza di 10 km, con una superficie di 15200 ettari circa.
Nel gruppo distinguiamo per altezza il monte Faeta 831 mt, lo Spuntone di Santallago 870 mt, il monte Serra 917 mt, il monte Pruno 876 mt, il monte Verruca 537 mt che si ergono a ventaglio formando una vallata rivolta a sud, detta “Valgraziosa”. Altri monti di minor altezza sono il monte Romagna 511 mt, il monte Moriglion di penna 541 mt, il monte Cupola 439 mt.
Sotto il nome Monti Pisani si fanno rientrare anche i bassi rilievi vecchianesi, che però sono separati dal gruppo principale dal corso del fiume Serchio e dalla circostante esigua pianura.
Nel gruppo esistono vari tipi di ambienti e conseguentemente di habitat diversi dati dalla diversa esposizione al sole durante la giornata, dalla parte Lucchese a N/E, troviamo un sottobosco ed un microclima più umido, invece dalla parte Pisana a S/O, influenzata anche dalla vicinanza del mare abbiamo un ambiente più assolato e secco. Nelle zone di bassa quota di tutta la catena montuosa si trovano diffusi i vigneti, poi si passa ai terrazzamenti di olivi, e nelle quote più alte si trovano estesi : castagneti, cedui di faggio e di quercia, alternati ad estese pinete. Nonostante negli ultimi decenni sia aumentato il numero dei violenti e devastanti incendi che piagano la natura, dei quali, ancora ne vediamo i segni, il gruppo conserva ancora immutato il suo grande valore ambientale. E’ presente una piccola zona di pino Larico, della quale non è stata ancora capita l’origine. Forse sono dei piccoli frammenti di epoche lontane, in cui la specie era più diffusa.
Cenni Vegetali Generali
L’azione continua dell’uomo ha modificato e variegato il complesso vegetazionale del comprensorio dei Monti Pisani. Questa azione modificatrice è iniziata sin dall’inizio dell’era Quaternaria, quando i Monti Pisani erano per lo più occupati da fitocenosi a dominanza di leccio nelle zone più termofile, per lasciare posto ai complessi boschivi di caducifoglie nelle zone più mesofile. Attualmente gli ambienti caratteristici del comprensorio risultano caratterizzati da una copertura vegetazionale rappresentata a seconda del grado di occupazione umana da boschi o garighe di sclerofille (a dominanza di leccio, Quercus ilex L., boschi a castagno, pinete a pino marittimo, boschi misti di latifoglie, aree sottoposte a orticoltura e zone destinate a vigneti e oliveti. Mentre le aree occupate da boschi di leccio sono estremamente ridotte e spesso costituite ormai per lo più da individui ridotti a cespugli o comunque di ridotte dimensioni, più estese in zone a rocce calcaree (prevalentemente sul versante meridionale del comprensorio) sono le garighe. Di aspetto assai brullo, queste formazioni vegetazionali hanno sostituto i precedenti complessi boschivi a sclerofille (come le leccete, appunto) a seguito di fenomeni di successione ecologica, spesso dopo ripetuti incendi boschivi. Sul versante lucchese del comprensorio si rinvengono boschi di castagno da frutto estesi in aree più fresche e piovose e ben noti a quanti vi accedono per la raccolta di castagne nel periodo autunnale: qui si ha un esempio della maggiore diversità strutturale dovuta alla presenza di alberi di dimensioni anche ragguardevoli e perciò di nicchie ecologiche del tutto diverse da quelle presenti nelle garighe del versante pisano. Tra le zone coltivate sono da segnalare gli oliveti, appezzamenti di seminati e terreni adibiti all’orticoltura, spesso situati negli immediati dintorni delle abitazioni umane, sparse in molti punti soprattutto del versante pisano. La creazione di questi ambienti è avvenuta per lo più a spese dei boschi di leccio, presenti soprattutto sui versanti esposti a Sud e al sole.
La Lecceta
La lecceta, dove ancora esiste, è frequentemente costituita da alberi di molte dimensioni o da individui a portamento cespuglioso che si compongono in piccoli boschi od estese macchie assai diverse in relazione ai luoghi: nel sottobosco sono presenti edera, ciclamini, rusco, etc. Qua e là s’incontrano spazi aperti nei quali s’insediano numerose specie arbustive ed erbacee che poi si troveranno abbondanti nei settori maggiormente assolati e con terreno più ricco di scheletro; ricordiamo i cisti, le ginestre e le euforbie.
Sul versante occidentale del Monte Pisano, prevalentemente nella zona posta tra San Giuliano e Asciano, si ritrovano poi diversi individui di leccio sughera, nei secoli passati probabilmente erano più numerosi e si presentavano con esemplari di dimensioni notevoli. A questo proposito giova ricordare che nella biblioteca del Dipartimento di Scienze Botaniche dell’Università di Pisa si conserva un tavolo il cui piano è ricavato interamente da una sezione trasversale di un fusto di tale albero. Questo leccio sughera proveniente dalle colline di Riparbella, morì nel 1886 perché decrepita. Su un foglietto che appare incollato sotto il tavolo stesso appaiono tra l’altro queste parole manoscritte “… la pianta doveva essere davvero colossale…dal tronco e dai rami di essa furono ricavati centouno ceppi di aratro e circa dieci tonnellate di carbone.”