L’area protetta, istituita nel dicembre 1997, si estende per circa 240 ettari su una zona caratterizzata da rilievi di dolce-medio pendio degradanti verso la pianura, ad eccezione dei verticali pendii interessati in passato da cave di estrazione di materiale calcareo, marmo bianco, estratto già da epoca Etrusco-Romana.
Situata sul versante montano a ridosso di San Giuliano Terme, che sovrasta e circonda ed Asciano, ha vari punti di accesso, la strada per le capanne (usata anche per raggiungere i luoghi dediti alla pratica del parapendio), la S.S. 1 del Brennero che attraverso il “Foro di S. Giuliano T.” collega Lucca a Pisa, dalla strada per il passo di Dante che parte da S. Maria del Giudice e da Asciano tramite la strada che partendo dalla località “la Valle” sale passando dal centro visite della ANPIL Monte Castellare, centro visite recentemente “preso” in gestione dall’Associazione Arcadia con ottimi propositi e e genuine iniziative, dal “Giardino dei profumi” un piccolo orto botanico dove vengono (venivano) coltivate le piante più rappresentative della gariga della zona, per raggiungere villa Bosniaski e il Monte Castellare con in vetta la sua area archeologica, inoltre dal centro visite parte il sentiero principale dell’area oltre ai numerosi sentieri al suo interno che si intersecano e collegano i vari punti d’interesse.
Il panorama di cui possiamo beneficiare dall’alto del Castellare è unico ed aiuta ad avvicinarsi alla comprensione del motivo che ha spinto nell’antichità ad installarsi sulla vetta.
L’abitato è costituito da poche case sparse per lo più integrate in tenute poderali abbandonate, o in recupero funzionale.
I ripetuti incendi hanno distrutto l’originario bosco a sclerofile della macchia mediterranea, l’acqua piovana ha asportato lo starto superficiale di suolo fertile che si è evoluto in una tipica “rendzina” con abbondante scheletro. La roccia madre, costituita da formazioni carbonatiche, per evoluzione tettonica ed azioni connesse alla circolazione di acque piovane, ha dato origine a fenomeni carsici ipogei ed epigei di notevole rilevanza scientifica (Buca delle fate).
Assente l’idrologia superficiale, è invece particolarmente ricca la circolazione idrica sotterranea che affiora ai piedi del M. Castellare (punto d’incontro tra le alluvioni della pianura e le formazioni metacalcaree) con una serie di sorgenti termali la cui temperatura subisce l’influenza della circolazione idrica superficiale.
Ipotesi sull’origine delle sorgenti termominerali indicano una probabile alimentazione, a livello della ramificazione superficiale nella massa carbonatica situata a monte, nonchè da un’altro circuito più profondo, fortemente mineralizzato, forse su scala regionale. L’aspetto desolato del paesaggio nasconde, oltre alle ricchezze carsiche ed idrotermali, lo sviluppo di una gariga (tipo di macchia mediterranea che ospita solo vegetazione erbacea e piccoli arbusti) di interesse floristico non indifferente, sviluppatasi oltre che per azioni antropiche (pascolo eccessivo, incendi), anche per le particolari condizioni climatiche del versante, caratterizzate da notevole aridità estiva.
In questi ambienti sono assai diffuse l’euforbia spinosa, assieme all’elicrisio, al timo, alla santoreggia e alla ruta; le formazioni arbustive sono costituite per lo più dal cisto marino, dal mirto e dal lentisco.
L’area (come del resto molte zone dei Monti Pisani) è altresi habitat ottimale per le orchidee selvatiche, qui presenti con notevole diffusione con esemplari appartenenti ad oltre trenta differenti specie.
Per maggiori informazioni sul centro visite potete chiedere direttamente all’Associazione Arcadia