Le sfagnete di San Lorenzo a Vaccoli sono rappresentate da due piccole zone umide, Piaggina e Tavola, situate nel territorio del comune di Lucca, ad un’altitudine compresa fra i 50 e i 200 m sul livello del mare. Hanno un’estensione di 7 ha (Piaggina) e di 15 ha (Tavola). Le sfagnete sono zone umide caratterizzate dalla presenza degli sfagni, piante simili ai muschi, che costituiscono il substrato su cui crescono entità rarissime, come le Drosere, la rarissima Mettimborsa (Gentiana pneumonanthe), l’Iperico. Queste sfagnete vengono classificate come “torbiere soligene di sorgente”, perché sono alimentate dalle acque meteoriche e di sorgente che si accumulano in depressioni o che possono essere più o meno fluenti sul terreno, formando talvolta delle pozze. Oltre alle specie citate, in zona è frequente la Felce florida (Osmunda regalis) e, fra gli alberi, l’Ontano nero.
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Tutto è inserito in una vegetazione di tipo mesofilo, caratterizzata dalla presenza dominante del Pino marittimo. Recentemente ai piedi del monte Pisano sono state scoperte altre due piccole sfagnete a Massa Macinaia e a Buti, ma quelle di San Lorenzo rimangono le più importanti dal punto di vista conservazionistico, per le rare entità botaniche che ancora ospitano. L’importanza naturalistica di queste sfagnete è stata segnalata da oltre trenta anni, ma nessun provvedimento concreto per la loro tutela è stato mai posto in essere. I terreni delle sfagnete, fra l’altro, sono di proprietà privata e questo rende più difficile operare per la tutela del biotopo. Fortunatamente l’attuale proprietario è una persona che ha compreso l’importanza di tutelare questo ambiente particolare, ma questo non appare sufficiente a garantirne la conservazione, in particolare in caso di un passaggio di proprietà. Anche per questa zona, così come per i Bottacci di Massa Pisana, il WWF di Lucca ha chiesto al comune di Lucca l’istituzione di un’ANPIL, che tuteli questo biotopo e ne consenta, con le dovute cautele, la visita. Purtroppo né il comune, né altri Enti locali hanno sostenuto questa nostra richiesta e la conservazione di questa area unica resta attaccata ad un filo.
Concludiamo ricordando, con le autorevoli parole del prof. Tomei, che “per il mantenimento di queste sfagnete non deve essere minimamente alterata l’idrografia dei luoghi, né la qualità dell’acqua in quanto tutte le specie che costituiscono queste comunità vegetali sono acidofile e non tollererebbero acque a pH basico”.
Domenico Verducci Resp. WWF Lucca